Saranno di nuovo partiti?
Saranno di nuovo partiti?
Ficha técnica
Da tempo la crisi del sistema politico italiano ispira una copiosa produzione scientifica e divulgativa. L'argomento è costantemente attualizzato da un ricco filone narrativo ben lontano dall'esaurirsi, come mostrano alcune recenti pubblicazioni delle quali proporremo qui di seguito una ragionata selezione. In particolare è la condizione di difficoltà in cui versa il partito politico contemporaneo a riattualizzare la questione. Dichiarato deceduto innumerevoli volte dalle semplificazioni del dibattito pubblico italiano, appare sempre più destituita ogni sua utilità. Soprattutto in nome di un doveroso adeguamento al presunto corretto funzionamento delle democrazie dell'epoca post-fordista. Verrebbe da definirla una mossa retorica ben riuscita. Specialmente se si tiene conto del fatto di come gran parte della classe dirigente partitica dell'ultimo ventennio si è persuasa di dover evitare l'uso del termine «partito» nelle denominazioni ufficiali delle sue organizzazioni. Benché solo di recente il lemma proibito sia timidamente riapparso, non è comunque ancora dato sapere se anche la reputazione del partito politico potrà beneficiare della medesima indulgenza.
Data la sua complicata storia sempre in bilico fra alterne fortune, la traiettoria del partito politico si rivela tutt'altro che lineare. Ma ancora più complessa è la formazione discorsiva sulla sua crisi —nella quale ci s'imbatte ogni qual volta si affronta il tema—, che inevitabilmente s'intreccia con un altro racconto di successo: la loro impopolarità.
Data la sua complicata storia sempre in bilico fra alterne fortune, la traiettoria del partito politico si rivela tutt'altro che lineare. Ma ancora più complessa è la formazione discorsiva sulla sua crisi —nella quale ci s'imbatte ogni qual volta si affronta il tema—, che inevitabilmente s'intreccia con un altro racconto di successo: la loro impopolarità.